Racconti di viaggio tra i paesi italiani

Esplorare gli ottomila e passa campanili che puntellano il nostro Belpaese


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L’ALTA MANTOVANA OCCIDENTALE

L’ALTA MANTOVANA OCCIDENTALE: Canneto sull’Oglio, Mariana Mantovana, Casaloldo, Piubega, Ceresara, Castelgoffredo, Medole.

Il viaggio continua tra Storia, castelli, dame e cavalieri. Dalla Sicilia ritorno in Lombardia, nella terra dove per secoli la popolazione ha vissuto indipendente e fiera, a debita distanza dai potenti Ducato di Milano e Repubblica di Venezia, sotto il governo dei Gonzaga di Mantova.
Sì, siamo nella provincia di Mantova, un’area atipica, molto orgogliosa della sua storia e del suo passato. Una terra, dove la popolazione non si sente né lombarda né tantomeno veneta. Carlo II Gonzaga-Nevers, Duca di Mantova diceva: “Amo essere principe povero di popolo ricco, che principe ricco di popolo povero.”
Un ducato piccolo, quasi insignificante nel complesso del contesto europeo, ma che nel contempo ha protetto con il suo mecenatismo le arti e la cultura, rendendo quest’area una delle più ricche di espressioni artistiche d’Italia. Non a caso il capoluogo stesso è Patrimonio dell’Umanità.

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L’Alta Mantovana Occidentale

Mariana Mantovana - Castello gonzaghesco

Mariana Mantovana – Castello gonzaghesco


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IL SEGESTANO E L’ALCAMESE – SECONDA PARTE

IL SEGESTANO E L’ALCAMESE: Calatafimi-Segesta, Alcamo.

Che tristezza, che tedio. Non riesco a cantare, non riesco a fare il mio modesto ruolo de giullare. La Sicilia è anche questo, perdonatemi. Non è stato concesso di evitare il percorso al mio caparbio viaggiatore. Continuo a cantare il mio contrasto, con la esperanza che possa allietarvi un poco. Vi narro le frecciate tra il mio gentiluomo e la mia donzella, quant’è dura questa femmina.
“Molti so’ li garofani, ma non che salma ‘nd’ài: bella, non dispregiàremi s’avanti non m’assai. Se vento è in proda e gìrasi e giungeti a le prai, rimembrare t’ao ste parole, ca dentr’a ‘sta animella assai mi dole”.
E il mio fedele viaggiatore prosegue verso nord, attraversa terre quasi recondite, dove ad ogni angolo l’antichità si respira. E finalimente giunge nell’hantiqua Segesta, terra de Elimi, ellenizzati. E da qui gli sarà possible haber la posibilitade de conocere gli avi de la nostra amata Cicilia. Lascio la parola ad ei.

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Il Segestano e l’Alcamese – Seconda Parte

Calatafimi-Segesta - Segesta - Area Archeologica - Tempio

Calatafimi-Segesta – Segesta – Area Archeologica – Tempio


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IL SEGESTANO E L’ALCAMESE – PRIMA PARTE

IL SEGESTANO E L’ALCAMESE: Salemi, Vita.

Messeri e Madamigelle, si ritorna un po’ al passato, tra castelli, dame e cavalieri. Mi vesto da giullare e mi inchino alla vostra presenza e prestanza. Attento a scegliere la musica giusta e a non dire una parola di troppo che possa offendere il mio Signore, canto e racconto il mio viaggio.
Mi presento come Cielo d’Alcamo, o meglio qualcuno mi ha chiamato proprio così. Sono al cospetto del grande Federico II, lo Svevo, e il mio compito è tessere le lodi del mio padrone e della mia terra. La mia terra. Così bellissima e così fertilissima, i nostri fratelli arabi hanno fatto un ottimo lavoro con le loro esemplari opere di irrigazione, con la gestione oculata dell’acqua e con la varietà delle colture. Quanto adoro le arance e i mandarini che proprio loro hanno portato qui, il loro profumo è così bello e inebriante.
La Sicilia vi sorprenderà. Ora canto il mio cavallo di battaglia, la mia opera più famosa, anche perché è l’unica ad essere stata salvata nel corso dei secoli:
“Rosa fresca aulentissima ch’apari inver’la state, le donne ti disiano, pulzell’e maritate: tragemi d’este focora, se t’este a bolonate; per te non ajo abento notte e dia, penzando pur di voi madonna mia”.

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Il Segestano e l’Alcamese – Prima Parte

Salemi - Piazza Alicia - Resti ex Chiesa Madre con in fondo Castello

Salemi – Piazza Alicia – Resti ex Chiesa Madre con in fondo Castello


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LA CONCA D’ORO E LA VAL SABBIA VESTONESE

LA CONCA D’ORO E LA VAL SABBIA VESTONESE: Bione, Agnosine, Odolo, Preseglie, Barghe, Vestone, Lavenone.

“Arriveremo a costruire macchine capaci di spingere grandi navi a velocità più forti che un’intera schiera di rematori e bisognose soltanto di un pilota che le diriga. Arriveremo a imprimere ai carri incredibili velocità senza l’aiuto di alcun animale. Arriveremo a costruire macchine alate, capaci di sollevarsi nell’aria come gli uccelli.”
Quando tempo fa, al museo dell’automobile di Torino, ho letto di sfuggita la citazione del grande filosofo inglese Roger Bacon, vissuto nel XIII secolo, ben scritta sul muro con caratteri semplici ed eleganti, ho sorriso, niente di più. Non so perché, dopo anni mi è tornata lucidamente in mente. Una profezia che si è sostanzialmente avverata. Grandi navi, aerei e automobili.
Automobili, appunto. Ecco, ho trovato il collegamento. A volte la mente fa strani scherzi, costringe a relazioni assurde di cui si comprende il significato solo molto dopo. Il tanto famoso “déjà-vu”.
Doveva essere una tranquilla gita in montagna, nel cuore della Val Sabbia, volevo semplicemente analizzare con occhio critico la rottura e il dissidio tra la natura e le attività produttive, e invece mi sono ritrovato nel bel mezzo di un rally.

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La Conca d’Oro e la Val Sabbia Vestonese

Lavenone - Fraz. Presegno - Panorama

Lavenone – Fraz. Presegno – Panorama


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LA GERA D’ADDA TRA LO SPINESE E IL RIVOLTANO

LA GERA D’ADDA TRA LO SPINESE E IL RIVOLTANO: Bagnolo Cremasco, Vaiano Cremasco, Monte Cremasco, Dovera, Spino d’Adda, Rivolta d’Adda, Agnadello.

“Di costui non possiam dare né il nome, né il cognome, né un titolo, e nemmeno una congettura sopra nulla di tutto ciò: cosa tanto più strana, che del personaggio troviamo memoria in più d’un libro (libri stampati, dico) di quel tempo.”
Sono sicuro che la maggior parte di voi avrà capito a quale personaggio storico io faccia riferimento. È uno dei più enigmatici e misteriosi della letteratura italiana. È lui: l’Innominato dei Promessi Sposi, proprio colui che per una semplice frase di Lucia “Dio perdona tante cose per un atto di misericordia”, si è convertito, trasformandosi da uno dei più temibili briganti a un benefattore.
Perché sto parlando dell’Innominato? Cosa c’entra con il mio viaggio? Semplice: si ritiene che abbia vissuto nella zona della Gera d’Adda, più precisamente a Bagnolo Cremasco, nelle immediate vicinanze di Crema.

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La Gera d’Adda tra lo Spinese e il Rivoltano

Vaiano Cremasco - Agro

Vaiano Cremasco – Agro