Racconti di viaggio tra i paesi italiani

Esplorare gli ottomila e passa campanili che puntellano il nostro Belpaese


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IL CACCAMESE E LE PROPAGGINI MERIDIONALI DELLE MADONIE – SECONDA PARTE

IL CACCAMESE E LE PROPAGGINI MERIDIONALI DELLE MADONIE: Valledolmo, Vallelunga Pratameno, Villalba, Resuttano, Alimena.

Qualche chilometro di statale, attraverso paesaggi brulli, ma spesso intervallati da boscaglie e una salita ripida mi permette di raggiungere il paese di Valledolmo.
Paese fondato tramite “licentia populandi”, assomiglia molto a Roccapalumba per la disposizione ortogonale delle strade. Anzi, qui a Valledolmo le strade formano una vera e propria griglia ed io, nonostante mio spirito geografico, mi sono perso!
Ebbene sì, a volte sembra più semplice trovare la strada per uscire da un labirinto piuttosto che orientarsi fra stradine tanto semplici… Dopo qualche tentativo, eccomi orientato, ma è impressionante vedere le strade tutte uguali, con lo stesso sfondo e qualche scalinata, ma in sostanza nulla di diverso tra una e l’altra.
Arrivo finalmente al centro storico, se così si può dire. Una piacevole chiacchierata con i locali, con lo spirito di vecchi amici, dopo l’iniziale diffidenza nei confronti del turista un po’ curioso, ha rinfrancato un po’ il mio umore. Ormai faccio parte della comunità e quindi posso girare il paese senza quei classici sguardi penetranti. Ci sono abituato però.

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Il Caccamese e le Propaggini Meridionali delle Madonie – Seconda Parte

Resuttano - Panorama

Resuttano – Panorama


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IL CACCAMESE E LE PROPAGGINI MERIDIONALI DELLE MADONIE – PRIMA PARTE

IL CACCAMESE E LE PROPAGGINI MERIDIONALI DELLE MADONIE: Caccamo, Roccapalumba, Alia.

Siamo in Sicilia, nell’agosto del 1943, un mese dopo lo sbarco degli Alleati per la liberazione dell’isola dai nazifascisti. È una giornata assolata, le colline circostanti sono aride e brulle, intervallate qua e là da rinsecchiti cespugli di macchia mediterranea. Fa molto caldo, ma il soldato americano non toglie il proprio elmetto, un po’ per senso del dovere, un po’ per la parvenza di protezione dalle armi nemiche, anche se in fondo è forte la tentazione di toglierlo e far respirare la testa sudata, grazie al fioco venticello siculo.
Il dovere lo chiama, è costretto ad accovacciarsi per tentare di ascoltare quel contadino, quel viddranu, che con il suo bastone indica chissà cosa: forse i rifugi dei nemici o le scorciatoie migliori per raggiungere qualche paese. Non gli è dato sapere, parla un siciliano troppo stretto. L’unica cosa che sa è che il contadino, sebbene sia basso e magro, ha una forza penetrante negli occhi, con un misto di orgoglio e fierezza.
Ecco, avete appena letto la descrizione di un’istantanea in bianco e nero del grande fotografo di guerra, Robert Capa. È una foto famosissima ambientata a Troina, in provincia di Enna, che tutti noi abbiamo visto sui libri di storia, nelle pagine dedicate alla Seconda Guerra Mondiale.

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Il Caccamese e le Propaggini Meridionali delle Madonie – Prima Parte

Caccamo - Castello

Caccamo – Castello


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IL CAPO DI LEUCA E LE SERRE SALENTINE OCCIDENTALI – SECONDA PARTE

IL CAPO DI LEUCA E LE SERRE SALENTINE OCCIDENTALI: Salve, Presicce, Acquarica del Capo.

Pochissimi chilometri di provinciale affiancata da muretti a secco mi conducono nel comune di Salve.
Prima di fare una capatina nel capoluogo, è necessaria una piccola esplorazione della sua frazione, Ruggiano. Anch’essa situata verso l’interno, in una conca, è il classico e silenzioso paesino, quasi ibridato con la campagna. Un paese così piccolo, ma in proporzione alla sua grandezza ha numerose chiese e chiesette.
C’è la piccola Chiesa dell’Addolorata, con un interno semplicissimo e a funzione prettamente devozionale: la facciata è quella classica bianca un po’ scrostata, con pietra a vista e la struttura è a capanna. Si percorrono le tranquille viuzze, con i vecchietti che aspettano lo scorrere del tempo chiacchierando sulle panchine, si notano edifici in calce bianca, forse necessitanti di restauro, ma così vissuti. In alcuni si scorgono delle belle corti interne, in uno ho trovato un bell’affresco di stile popolare con Madonna e Bambino con in mano una colomba.

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Il Capo di Leuca e le Serre Salentine Occidentali – Seconda Parte

Salve - Masseria di Santu Lasi - Pajara

Salve – Masseria di Santu Lasi – Pajara


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IL CAPO DI LEUCA E LE SERRE SALENTINE OCCIDENTALI – PRIMA PARTE

IL CAPO DI LEUCA E LE SERRE SALENTINE OCCIDENTALI: Castrignano del Capo, Patù, Morciano di Leuca.

Siamo nuovamente nel tacco dello Stivale, ma guai a dire di essere in Puglia quando si discorre con la popolazione locale, ti guarderebbe male. Direbbe: “Non siamo pugliesi ma salentini!”.
Appunto, di Salento si tratta: una penisola che protende verso il mare e separa i mari Adriatico e Ionio. Culturalmente, linguisticamente e storicamente diversa dal resto della Puglia, ha sviluppato una propria identità e uniformità, creando la famosa “salentinità”, ossia un misto di tradizione e modernità che ha reso noto il Salento nel mondo.
Basti pensare alla musica, la pizzica in primis, alla cucina, sempre più raffinata con un connubio di terra e mare, alla cultura, alle piccole e dinamiche imprese, all’arte barocca e alle tradizioni popolari.

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Il Capo di Leuca e le Serre Salentine Occidentali – Prima Parte

Castrignano del Capo - Fraz. Leuca - Punta Ristola

Castrignano del Capo – Fraz. Leuca – Punta Ristola