Racconti di viaggio tra i paesi italiani

Esplorare gli ottomila e passa campanili che puntellano il nostro Belpaese


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IL BASSO CHIESE TRA IL BRESCIANO E IL MANTOVANO

IL BASSO CHIESE TRA IL BRESCIANO E IL MANTOVANO: Carpenedolo, Acquafredda, Visano, Remedello, Casalmoro, Asola, Casalromano, Acquanegra sul Chiese.

Nuovamente in Lombardia, nuovamente lungo un fiume, ma con una differenza: qui la parola “omogeneità” non esiste. Non sono andato a visitare un territorio ben definito, con paesi tutti identici o origini comuni, come è accaduto nei viaggi passati.
Qui l’unico elemento in comune è il fiume Chiese, piccolo affluente del fiume Oglio, che attraversa quasi tutti i paesi interessati. Paesi che sono uno diverso dall’altro, ognuno con la sua storia e la sua cultura.
Si pensi all’avamposto veneziano di Carpenedolo sulle colline moreniche, a Remedello, legata alle civiltà della proto-storia, sino alla nobile Asola, così gelosa della sua indipendenza da far diocesi vescovile a sé. Beh, mi fermo qui, non vi anticipo nulla, vi rovinerei la sorpresa. Buona lettura.

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Il Basso Chiese tra il Bresciano e il Mantovano

Carpenedolo - Panorama

Carpenedolo – Panorama


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LA BASSA CREMASCA

LA BASSA CREMASCA: Gombito, Montodine, Ripalta Arpina, Moscazzano, Ripalta Guerina, Ripalta Cremasca, Capergnanica.

Il passaggio dal Cremonese al Cremasco è quasi invisibile. Il paesaggio sembra uguale, le cascine identiche e le chiese le stesse, con i soliti campanili.
Basta conoscere l’altitudine dei due “capoluoghi” per capire che una differenza territoriale c’è: Cremona è a 45 metri sopra il livello del mare, mentre Crema (solo 30 chilometri più a nord) è già a 79 metri. Siamo sul confine tra l’alta e la bassa pianura, l’area delle risorgive, ossia le sorgenti che affiorano dal suolo. Una delle aree più fertili della Pianura Padana, eppure storicamente non è stato sempre così.
Qui storia e leggenda si confondono e come ben si sa, le leggende hanno sempre qualcosa di vero.
Sto pensando al mito del lago Gerundo, con il suo drago di nome Tarantasio. Un drago che, secondo la popolazione locale, mangiava i bambini e il suo fiato pestifero provocava regolarmente epidemie nei paesi e villaggi vicini.
Ovviamente il drago non è mai esistito, ma è interessante pensare come gli “effetti” della sua presenza si manifestassero regolarmente: le epidemie di malaria e febbre gialla erano all’ordine del giorno, le scomparse dei bambini erano frequenti. Questo perché?

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La Bassa Cremasca

Moscazzano - Santuario della Madonna dei Prati - Panorama

Moscazzano – Santuario della Madonna dei Prati – Panorama


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L’ADDA CREMONESE

L’ADDA CREMONESE: Spinadesco, Sesto ed Uniti, Acquanegra Cremonese, Crotta d’Adda, Grumello Cremonese ed Uniti, Cappella Cantone, San Bassano, Formigara, Pizzighettone.

Se avessi la possibilità di vedere il territorio a volo d’uccello, mi renderei conto di tante cose che un occhio umano non coglie immediatamente. Per esempio, la presenza dei campanili che si possono notare su tutto il territorio cremonese, partendo dal capoluogo verso nord e utilizzando come punto di riferimento il fiume Adda a sinistra.
Tanti, tanti campanili, alcuni slanciati con la tipica punta, altri più modesti, ma sempre notevoli. Uno diverso dall’altro, si ergono quasi con violenza dalla piatta e monotona pianura. Mi piace pensare che il termine “campanilismo” sia nato proprio qua, o meglio su suggerimento che la storia e la cultura del territorio offrono. Se qualcuno leggesse un libro di storia locale, si stupirebbe sicuramente di come città grandi, medie e anche piccole hanno combattuto tra loro, spesso ferocemente, durante il periodo comunale nel Medioevo. È qui, forse, che si può notare la “tipicità” italiana attuale che ci distingue dal resto del mondo.
Paesotti con la propria chiesa, che non sempre possono essere fonte di richiamo per i turisti: i paesi devono presentare come punto di forza il legame con la propria terra, dalle cascine che ho trovato spesso abbandonate, alla gastronomia legata alla produzione del Grana Padano e derivati e, perché no, alla natura. Il fiume, le rogge, i canali e le aree umide possono riservare grandi sorprese ai cicloturisti, agli amanti degli animali, volatili soprattutto, e agli escursionisti.

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L’Adda Cremonese

Pizzighettone - Scorcio con il fiume Adda

Pizzighettone – Scorcio con il fiume Adda


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LA VALCALEPIO

LA VALCALEPIO: Adrara San Rocco, Adrara San Martino, Viadanica, Foresto Sparso, Villongo, Gandosso, Credaro, Castelli Calepio, Grumello del Monte, Telgate, Chiuduno, Carobbio degli Angeli.

Dopo un mese di pausa, eccomi a lavoro per continuare a scoprire e a rivelarvi paesi e autentici gioielli artistici e naturalistici. Questa volta, dopo mesi di assenza, eccomi in Lombardia. Più precisamente, nella provincia di Bergamo: la provincia con il più alto numero di comuni della Regione, ben 244. In questo resoconto ve ne documento solo dodici, uno più bello dell’altro, con un unico denominatore comune: sono tutti situati nella Valcalepio.
È una piccola valle marginale (geograficamente parlando), attraversata neanche da un importante fiume tributario, ed è situata tra la Val Cavallina e il lago d’Iseo, sulla parte orientale della provincia bergamasca. Eppure vanta uno dei più rinomati vigneti della Lombardia che può competere a pari livello con i più blasonati vigneti della vicina Franciacorta bresciana, e produce il vino Valcalepio DOC.
È una terra molto legata all’enogastronomia, dove ogni paese ha una sua cantina che offre percorsi di degustazione, ma anche con una vocazione turistica, sebbene a prima vista non sembri. Forse sono paesi che custodiscono gelosamente i propri tesori, tanto da non rivelarli al primo che passa?
Decisione saggia, ma poi nessuno saprebbe che proprio in questo piccolissimo spazio sono conservate (anzi, oso dire nascoste!) opere di gran pregio di Romanino, Lotto e addirittura Carpaccio, solo per citare i più importanti.

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La Valcalepio

Adrara San Rocco - Santuario dei Santi Faustino e Giovita

Adrara San Rocco – Santuario dei Santi Faustino e Giovita