Racconti di viaggio tra i paesi italiani

Esplorare gli ottomila e passa campanili che puntellano il nostro Belpaese


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IL TERRITORIO DI GALLIPOLI – SECONDA PARTE

IL TERRITORIO DI GALLIPOLI: Gallipoli.

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Nel cuore del centro storico tra negozi e chiese
La strada è ben pavimentata, e la sua larghezza non particolarmente notevole è dettata dalla necessità di occupare ogni spazio disponibile dell’isola su cui è adagiato il centro storico. Proprio per questo motivo appare particolarmente contorto, ricco di vicoletti e povero di piazze, se non di piccole dimensioni.
Questo se da una parte da un’immagine affascinante alla cittadina, accompagnato dal piacere di perdersi nel suo labirinto, dall’altra può provocare un deciso affollamento causato dai flussi turistici. Bastano infatti pochi gruppi di scolaresche per avere come sottofondo il rumore e il chiasso dei ragazzini oltre che la non particolare agevolezza delle passeggiate. Mi ero proprio dimenticato che maggio è il mese ideale per le gite scolastiche, ma non immaginavo che questa cittadina fosse una delle mete predilette dagli studenti, a volte anche stranieri.

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Il Territorio di Gallipoli – Seconda Parte

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Gallipoli – Scorcio del centro storico sul Seno della Purità


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IL TERRITORIO DI GALLIPOLI – PRIMA PARTE

IL TERRITORIO DI GALLIPOLI: Gallipoli.

Premessa.
Ho scelto appositamente il mese di maggio. Ho alle mie spalle anni di esperienza di viaggio: so quali sono i mesi migliori, i periodi migliori e i luoghi migliori. So quando andare in certe località, o quando andare in altre.
Solitamente privilegio i periodi tranquilli, poco affollati, per permettermi di assaporare le bellezze della comunità con tutta calma e nei minimi dettagli. Come regola generale nei mesi estivi sono solito scoprire i luoghi più sconosciuti, in montagna o in collina interna, lontano dai flussi turistici, mentre i mesi primaverili sono dedicati all’esplorazione delle famose località balneari o montane. Peccato che questa volta sia incappato in un errore da principianti, che ha messo in cattiva luce (ironicamente parlando) la mia “professionalità”: non avevo tenuto in debita considerazione il turismo scolastico.

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Il Territorio di Gallipoli – Prima Parte

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Gallipoli – Visuale parziale del Rivellino


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IL CAPO D’OTRANTO – QUARTA PARTE

IL CAPO D’OTRANTO: Otranto.

14 agosto 1480, qualche ora dopo
…È una scena raccapricciante, affrontata con freddezza e sicurezza dagli ottomani. Il boia lavora incessantemente, una testa dopo l’altra, davanti al pubblico attonito costretto ad osservare a forza lo spettacolo. C’è un corpo che è rimasto in piedi, sembra un miracolo, ma è sicuramente un’immagine che non avrei mai voluto vedere in vita mia: un corpo senza la testa. Gli uomini condannati ai loro destini sono ordinatamente in fila, rassegnati. Non potevo proprio immaginare che i miei vecchi amici turchi fossero capaci di fare una cosa del genere, ghermire e umiliare una popolazione e distruggerla. Fra poco non ci saranno più uomini. Sarà una città fantasma.
Osservo le donne rassegnate nel vedere i propri cari morire davanti ai loro occhi, e non oso immaginare il loro futuro, schiave o concubine. Comunque sfruttate dalla ferocia degli ottomani. C’è sangue dappertutto…

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Il Capo d’Otranto – Quarta Parte

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Otranto – Cattedrale


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IL CAPO D’OTRANTO – TERZA PARTE

IL CAPO D’OTRANTO: Otranto.

14 agosto 1480, meno di un miglio alla meta
…Finalmente sono arrivato a destinazione. Ho sellato e nascosto la mia amata mula in una boscaglia, anche se sono quasi certo di non ritrovarla al mio ritorno. Sempre che io riesca a uscire vivo da quell’inferno. Mi sto avvicinando lentamente alle mura della cittadina, ancora in fiamme e con le case ormai distrutte. È una carneficina. Perché? Perché? Perché voi, che mi avete accolto nel vostro Impero con cordialità e generosità, siete venuti fin qui a razziare le mie terre, violando involontariamente il nostro patto di amicizia? Non lo capirò mai. Sono triste e deluso…

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Il Capo d’Otranto – Terza Parte

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Otranto – Punta Palascia – Faro


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IL CAPO D’OTRANTO – SECONDA PARTE

IL CAPO D’OTRANTO: Santa Cesarea Terme.

13 agosto 1480, all’alba.

…Ho trascorso una notte senza sonno e senza sogni. Mi sta venendo la tentazione di tornare indietro e di scappare verso i più sicuri covi dell’entroterra per proteggere la mia pellaccia dalle orde dei pirati ottomani. Ma io sono semplicemente pazzo, voglio disubbidire alla mia severa coscienza.
Devo proseguire sprezzante di ogni pericolo e voglio sapere cosa sta succedendo alla capitale del nostro territorio. Cosa ne sarà di noi e dei nostri figli?
Sello nuovamente la mula e in un paesaggio petroso e incolto proseguo il mio viaggio verso nord. Probabilmente stanotte arriverò ad Otranto…

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Il Capo d’Otranto – Seconda Parte

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Santa Cesarea Terme – Visuale pittoresca del paese


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IL CAPO D’OTRANTO – PRIMA PARTE

IL CAPO D’OTRANTO: Castro.

12 agosto 1480, all’alba.
…Gli ottomani hanno vinto. Il nostro destino è segnato. Dopo quindici giorni d’assedio hanno espugnato la nobile e indifesa città di Otranto. Se vogliamo sopravvivere saremo costretti a convertirci all’Islam, anche se sono certo che ci ammazzeranno lo stesso. Le donne saranno violentate e i bambini ridotti a schiavi. Sarà un fosco avvenire.
Tutti me lo sconsigliano, ma devo andare. Ho bisogno di vedere con i miei occhi cosa è successo. Per fortuna conosco un po’ di ottomano, basta parlare poco e dire le parole giuste. Tanto sono vecchio, che possono farmi? Nella peggiore delle ipotesi, uccidermi.
Ho sellato la mia mula e ho raccolto i pochi viveri che sono riuscito ad accattare. Il viaggio è lungo e pericoloso, sono svariate miglia lungo la costa scoscesa e brulla con all’orizzonte l’attento sguardo dei nostri nemici. Ce la farò.
Meglio che smetta di scrivere queste poche e assurde parole e che incominci a viaggiare. Addio Castrum

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Il Capo d’Otranto – Prima Parte

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Castro – Grotta Zinzulusa – Visuale del mare dall’antro


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L’ENTROTERRA GALLIPOLINO

L’ENTROTERRA GALLIPOLINO: Tuglie, Alezio, Sannicola.

Ormai ne sono attratto come un pezzo di ferro ad una calamita. Ogni volta che torno a casa, ho sempre quell’attacco di nostalgia per il Salento. Ho voglia di esplorare nuovi paesi, nuovi luoghi, sebbene sia un paesaggio sostanzialmente piatto e monotono.
Lo so, non è sempre così. Le coste hanno una ricchezza di paesaggi senza pari e anche i silenziosi paesi dell’entroterra hanno ogni volta qualcosa da offrire, dalla gastronomia alle tradizioni popolari.
Ho esplorato uno ad uno tutti i paesi della punta meridionale della penisola salentina. Alcuni mi hanno emozionato, altri mi hanno lasciato indifferente, ma generalmente non sono mai rimasto deluso. È difficile non farsi coinvolgere dallo spirito, a volte vivace e a volte melanconico che le comunità salentine sanno effondere.
Ho percorso palmo per palmo l’intero territorio delle Serre, ovvero delle colline carsiche lievemente ondulate che si sviluppano dal Capo di Santa Maria di Leuca. Ora ho ormai raggiunto le estreme propaggini settentrionali, proprio alle porte di Gallipoli. Quella sarà la prossima meta.

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L’Entroterra Gallipolino

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Sannicola – Fraz. Lido Conchiglie – Ex Abbazia San Mauro


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LE ISOLE DI DIOMEDE – SECONDA PARTE

LE ISOLE DI DIOMEDE: Isole Tremiti.

23.05.2015
Prima esplorazione di San Domino
Ieri siamo tornati che era primissimo pomeriggio e abbiamo approfittato per riposarci un po’ prima di esplorare l’isola di San Domino. Purtroppo nel pomeriggio siamo stati sorpresi da un improvviso acquazzone e ci siamo chiusi nella nostra stanza, con un po’ di malincuore.
Oggi si prevede una giornata molto intensa, il programma sarebbe sia quello di esplorare gli anfratti più nascosti dell’isola di San Domino che, vi ricordo, è la più grande dell’arcipelago che quello di fare un bel giro in barca, tempo permettendo.
Sarà dura. Mi toccherà visitare l’isola da solo, senza alcuna compagnia, mentre intorno a mezzogiorno abbiamo appuntamento al porto per fare l’avventuroso giro in barca.
Eccomi qua a San Domino. È lunga poco meno di tre chilometri ed è larga appena un chilometro e mezzo e, se si è abbastanza allenati, si può agevolmente esplorarla a piedi.

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Le Isole di Diomede – Seconda Parte

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Isole Tremiti – Fraz. San Domino – Visuale dell’isola San Nicola


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LE ISOLE DI DIOMEDE – PRIMA PARTE

LE ISOLE DI DIOMEDE: Isole Tremiti.

22.05.2015
On the road
Siamo in viaggio verso il nord della Puglia. È una bella e fresca mattinata anche se nuvoloni emergono minacciosi all’orizzonte. Percorriamo velocemente le classiche e vuote superstrade pugliesi, in un paesaggio a volte monotono, a volte accompagnato dall’azzurro del mare.
Appena entrati in Daunia, siamo colti a sorpresa da un improvviso acquazzone. La vacanza è già finita, pensiamo sconsolati. Continuiamo il viaggio sino a raggiungere l’eliporto di Foggia. Il piacere di viaggiare in elicottero, pioggia o non pioggia, non ce lo toglierà nessuno.
È la prima volta che saliamo su un mezzo ad eliche e nonostante il tempo non prometta nulla di buono siamo emozionati ed elettrici. Certo, non è particolarmente entusiasmante viaggiare (anzi volare) in compagnia di neri cumulonembi.

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Le Isole di Diomede – Prima Parte

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Isole Tremiti – Fraz. San Domino – Visuale dell’Isola di San Nicola


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LE PROPAGGINI NORD-OCCIDENTALI DELLE SERRE SALENTINE – SECONDA PARTE

LE PROPAGGINI NORD-OCCIDENTALI DELLE SERRE SALENTINE: Neviano, Seclì, Aradeo.

Tamburru,
lu tamburrieddhu meu vinne de Roma
cu rami e senza rami ca puru sona.

E’ de cucuzza,
lu tamburrieddhu mia jè de cucuzza
mannaggia ci lu canta e ci lu tuzza.

Tamburru,
lu tamburrieddhu meu vinne de Roma
e ca me l’ha nduttu na napulitana.

Trase e se ndesse,
mannaggia quandu mai
trase se ndesse
lu viziu mia lu sai stringi le cosce.

Tamburo, il tamburello miooooo…. Finalmente riprovo l’emozione di viaggiare. Devo ammettere che sino ad ora l’ho fatto perché mi sono sentito come inconsciamente costretto da me stesso. Ma ora mi è tornato l’entusiasmo per un motivo che, per molti, può sembrare ridicolo: i tre successivi paesi che visiterò non sono citati sulla mia guida. Neanche una parola su di essi.

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Le Propaggini Nord-Occidentali delle Serre Salentine – Seconda Parte

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Seclì – Palazzo Ducale